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Velluto Medici
Tra i reperti di maggiore pregio delle collezioni del Museo vi sono senza dubbio i frammenti di velluto del Quattrocento e Cinquecento. In questo numero analizziamo il cosiddetto “Velluto Medici”.
I velluti prodotti tra Quattrocento e Cinquecento si caratterizzano per un disegno medio-grande ed una destinazione d’uso variabile: per arredamento, paramenti sacri e abbigliamento. Questa particolare lavorazione raggiunge all’inizio del secolo XV in Italia una qualità ed una raffinatezza molto elevate. Il primo statuto che regolava l’attività dei tessitori di velluti è quello lucchese del 1376, in cui venivano stabiliti i criteri per creare i drappi di migliore qualità. Sicuramente si deve ai lucchesi l’introduzione o il potenziamento della fabbricazione dei velluti a Firenze, Genova e Venezia, città dove si stabilirono comunità di tessitori lucchesi che insegnarono questa preziosa lavorazione. Già ai primi decenni del XV secolo Firenze raggiunge un altissimo livello tecnico come dimostrano gli esemplari conservati nelle nostre collezioni.

Velluto Medici, Firenze, sec. XV, terzo quarto – Velluto operato, tagliato, a più corpi; seta MdT, inv. n. 82.01.02

Velluto Medici, Firenze, sec. XV, seconda metà
Velluto operato tagliato a più corpi, broccato; seta, oro membranaceo MdT, inv. n. 81.01.08
Entrambi i frammenti fanno parte della tipologia dei tessuti cosiddetti “araldici”, stoffe caratterizzate da un pattern che riproduce gli emblemi di una casata nobiliare o di famiglie che occupano una posizione di rilievo nell’ambito cittadino. Si tratta di tessuti di pregio, eseguiti su commissione e impiegati per gli usi di rappresentanza o interni alla vita delle corti: per livree, parate, feste, tornei, bardature di cavalli e per vesti liturgiche. L’evidenza degli emblemi, adattati in strutture modulari tessili tipiche del periodo, permette di identificare immediatamente l’appartenenza ad una determinata famiglia. Nei due frammenti di velluto si riconoscono le insegne della famiglia Medici posizionate al centro di una rosetta: sette palle rosse in campo d’oro. Sono presenti anche i colori della livrea medicea: il bianco e il rosso (colori della città e del Comune di Firenze), il verde (colore della casata), l’azzurro e il giallo/oro (a memoria “palla di Francia” concessa a Piero il Gottoso da Luigi XI).

Benozzo Gozzoli, Cappella dei Magi, parete ovest, dettaglio della sella
A metà del Quattrocento, l’adozione da parte di famiglie notabili di “imprese” già codificate dalla tradizione, trova un utilizzo sempre più ampio e variabile secondo il contesto. A Firenze, con Lorenzo il Magnifico, questa moda d’influenza francese viene accolta con grande entusiasmo. Alcune delle imprese medicee, già adottate da Cosimo il Vecchio e dai figli Piero e Giovani – l’anello con la punta di diamante, il falcone, il pavone e la rosa (emblema dei Visconti e poi degli Sforza) – conoscono con Lorenzo un uso più libero e fantasioso soprattutto esibito in occasioni pubbliche di massima visibilità. Di questo è testimonianza la famosa giostra tenutasi a Firenze nel 1469, dove tutti i partecipanti descritti nella cronaca vestono i colori della livrea medicea e anche gli emblemi sugli stendardi, mescolati a figure allegoriche, celebrano la casata e la persona del Magnifico. Nella cronaca si ricorda che sullo stendardo di Lorenzo è rappresentato un “broncone” (tronco d’alloro, suo personale emblema) attraversato da un tralcio di rose, fiore incluso nello stemma di Clarice Orsini, sua futura consorte. Al momento competizione Lorenzo non manca di dare sfoggio dell’amicizia con i reali di Francia togliendosi il mantello con i colori medicei e presentandosi con una veste azzurra gigliata d’oro. Alla luce di questa testimonianza anche i due velluti del museo si leggono come documenti fedeli di questa nuova e diffusa tendenza che viene recepita da tutte le corti italiane del Rinascimento mentre agli stemmi veri e propri viene assegnata una funzione di alta ufficialità e di rappresentanza di tipo giuridico.

Leonardo Bruni, epistole, Firenze,1425-1500 ca.
Riferimenti iconografici
1 Velluto Medici, Firenze, sec. XV, terzo quarto, inv. n. 82.01.02, copyright Museo del Tessuto
2 Velluto Medici, Firenze, sec. XV, seconda metà, inv. n. 81.01.08, copyright Museo del Tessuto
3 Cappella dei magi, corteo con lorenzo, piero e giovanni de’ medici. Creative Commons
4 Leonardo bruni, epistole, firenze, 1425-1500 ca. Biblioteca Medicea Laurenziana, Creative Commons
Riferimenti bibliografici
Saggio
https://www.jstor.org/stable/26218301?seq=1
Francesca Fumi Cambi Gado, Emblemi a Firenze in epoca laurenziana, in Archivio Storico Italiano, Vol. 150, No. 3 (553), STUDI SU LORENZO DEI MEDICI E IL SECOLO XV (luglio-settembre 1992), pp. 715-734